dal libro
"Sette Brevi Novelle ben temperate"
di Roberto Rampini

 

III - L'organo di Viesbaden

 

"L'organo di Viesbaden"
(illustrazione originale di Roberto Rampini)

 

    Mi ricordo ancora l'organo della chiesa di Viesbaden, lo strumento più incantevole che in vita mia abbia mai suonato - tremolò il vecchio Dietrich, rivolto ai nipotini che lo stavano ad ascoltare a bocca aperta e con le guance paffute semi-rosolate dall'intenso calore del caminetto.

    Il vegliardo apparteneva ad una generazione di organisti fortunati, nati e cresciuti in un posto fortunato e in un secolo (sempre e soltanto organisticamente parlando) fortunato.

    Di ciò egli non era in realtà troppo consapevole (la regola vuole che le cose si apprezzino quando queste vengono a mancare oppure, più semplicemente, quando non le si ha mai avute) anche se, a onor del vero, tutte le circostanze a lui favorevoli aveva saputo sfruttarle bene: come tanti altri suoi colleghi organisti dei dintorni (in realtà distanti poche decine di chilometri, ma pur sempre lontani “anni-luce”, se misurati con il “metro” di allora) Dietrich aveva davvero lavorato sodo, con indiscutibile serietà e competenza.

    - Nonno, quell'organo era davvero molto grande? - chiese uno dei marmocchietti (che sarebbe poi diventato, a sua volta, un discreto clavicembalista di Corte).

    - No, non tanto, solo tre tastiere (n.d.r.: alla faccia dei risparmiosi “organi italiani”!) e poco più di tremila canne - rispose l'anziano musicista - ma non dovete commettere l'errore che fanno molti organisti: credere cioè che un organo sia tanto più bello quanti più registri ha. L'organo di Viesbaden era meraviglioso poiché, a differenza di altri strumenti (anche giganteschi) costruiti nelle vicinanze, era così ben proporzionato ed equilibrato che, davvero, non c'era una canna da aggiungere né una da togliere!

    Il protagonista della nostra breve novella non ritenne però opportuno raccontare ai nipotini la triste e fugace esistenza dell'organaro che aveva realizzato quel prodigioso strumento. L'organo di Viesbaden, frutto di sette anni di duro lavoro, fu in pratica l'unico manufatto di un certo rilievo costruito da quel Disgraziato il quale, oltre a rimetterci una fortuna, non ebbe neppure l'intima soddisfazione di raccogliere in vita i meritati riconoscimenti di tanto genio poiché morì pochi mesi dopo la consegna dello strumento alle autorità (a causa, sembra, di un oscuro… 'regolamento di conti'!).

    Triste destino, quello che accomuna gli Artisti davvero Grandi: toccati e riempiti da una speciale grazia artistica sembra non riescano a tenere fisiologicamente più posto per altre cose, neppure volendolo (accontentandosi, al massimo, di una fiera auto-consapevolezza della propria levatura). E questo fu vero anche per lo sfortunato Organaro, del quale la Storia della Musica (a volte così tanto ossequiosa verso certi artistucoli da strapazzo) non ci ha neppure tramandato il nome!

    L'organo di Viesbaden era comunque un vero e proprio Gioiello musicale, la Summa di tutte le virtù sonore, l'Eden degli organisti, insomma: un autentico Capolavoro con la C triplamente maiuscola... Grazia, Fortuna, Abilità del Costruttore (e chi più ne ha più ne metta) s'erano come date appuntamento a Viesbaden per un evento davvero unico e irripetibile, dove tutte le migliori espressioni della Tecnica e dell'Arte avevano trovato asilo sicuro.

    O almeno… così sembrava, fino a quando un brutto giorno accadde l'Imprevedibile…

    Ma lasciamo il seguito del racconto al vecchio Dietrich.

    - La fama delle eccezionali caratteristiche dell'organo di Viesbaden si era ben presto diffusa non solo nei paesi limitrofi, ma anche al di là dei confini della nostra Patria, tanto che la gente del posto si era ormai abituata ad accogliere sempre nuovi (e a volte un po' strani) 'pellegrini'. “Siete venuti qui per l'organo, eh?” era la domanda ricorrente che i furbi paesani ponevano di rito a chi chiedeva loro un po' di ospitalità (concedendola del resto sempre volentieri).

    Erano trascorsi diversi anni dalla costruzione di quello stupefacente macchinario e a parte qualche piccolo, insignificante intervento di ordinaria manutenzione, sembrava che lo strumento non soffrisse affatto degli inevitabili acciacchi che immancabilmente colpiscono, col tempo, strumenti di simile complessità: era questa un'ulteriore conferma della bontà dell'organo e dell'eccelsa qualità del materiale adoperato.

    Una domenica però, durante la funzione, mentre i fedeli, come al solito, fondevano orgogliosi le voci al limpido e toccante suono del 'loro' Organo, tutti i presenti percepirono, senza eccezione alcuna, una breve ma significativa 'interruzione' del suono…

    - L'organista avrà smesso di suonare, nonno, e si sarà grattato a causa dei pidocchi!!

    Tutti gli altri bambini esplosero in una fragorosa risata.

    - No, no, mio caro, ti sbagli proprio - riprese Dietrich - tu sai che quando stacchi le mani o i piedi dallo strumento il suono non scompare di colpo ma, a seconda della risonanza dell'ambiente, le vibrazioni…“evaporano”, formando nella chiesa stessa suggestivi echi e riverberi. In quel momento invece non accadde nulla di tutto ciò: per un pur breve istante il suono dell'organo... si interruppe completamente!!

    - Oooh… fu il commento unanime e stupito di tutti i nipotini.

    - Non sarà stata una magìa? chiese alquanto preoccupata la più piccola.

    - E chi lo sa, mia cara? Ma aspettate: la storia non è mica finita qui! Lo strano scherzo si ripetè successivamente, con una frequenza sempre più preoccupante, al punto che spesso i fedeli si guardavano l'un l'altro stupiti, ciascuno temendo di essere uscito un po' di senno.

    Potete immaginare cosa provasse il bravo organista della chiesa benché, poveretto, lui non avesse al riguardo alcuna colpa!

    Anche lo stesso Pastore finì col ritenere tutto ciò come un inquietante 'Segno dal Cielo'… di cosa, poi, neppure lui lo sapeva!

    Erano ormai passati alcuni mesi dall'inizio di questi inspiegabili fenomeni quando un giorno giunse in paese una carrozza, dalla quale scesero quattro imponenti personaggi: affermando di essere al corrente degli strani fatti, si presentarono senza indugio alle autorità offrendo ottime credenziali e dimostrando di conoscere nei più piccoli dettagli il funzionamento di quella favolosa quanto misteriosa macchina.

    - Ma l'organo poi, nonno, riuscirono ad aggiustarlo sì o no? - chiese uno dei nipotini.

    - Non ci crederete - esclamò Dietrich ancora stravolto - ma il mattino dopo l'organo… scomparve per sempre assieme a loro!!! Capite, bambini, che un organo come quello, assemblato nel corso di mesi e mesi di febbrile lavoro, era praticamente impossibile smontarlo in una notte, neppure ingaggiando una squadra di ventiquattro operai e lavorando senza soste!! Sul posto poi non rimase nulla, assolutamente nulla, neanche il più piccolo chiodo, e neppure il più insignificante granello di polvere…!

    Ciò che il vecchio Dietrich non fu mai in grado di spiegare (né a sé stesso né, tantomeno, ai suoi nipoti) possiamo spiegarvelo noi, che nei vostri confronti abbiamo uno sguardo spazio-temporale infinitamente più vasto!

    Avevamo deciso infatti di compiere un'insolita gita, scegliendo uno sperduto angolo della Via Lattea. Ci sarebbe piaciuto visitare la vostra strana 'Terra' qualche decina di migliaia d'anni solari più tardi, ma il nostro conducente sbagliò l'allineamento cronologico (neppure noi siamo perfetti!) ed arrivammo in un secolo per niente interessante, tranne che per il vostro “Organo” di Viesbaden.

    Pensammo bene di sottrarvelo dopo aver fatto qualche piccolo esperimento (il carico materico del tunnel spaziale da noi usato ce lo consentiva) e prima che qualcuno di voi, un po' meno intelligente della media, finisse per alterarlo o distruggerlo (o, peggio, per 'restaurarlo'): sarebbe stata una vera disgrazia per l'intero Universo, considerando che il vostro strumento è senz'altro l'oggetto più interessante e geniale che, a quanto pare, la vostra piccola mente abbia saputo in tutti i tempi produrre: e questo lasciatelo dire a noi, che di vibrazioni cosmiche… ce ne intendiamo!

    - ... e questo incredibile e inspiegabile fatto, bambini miei, accadde proprio a Viesbaden, una trentina di anni fa

   

    

Roberto Rampini 2003 - Tutti i diritti riservati
E' vietata qualsiasi diffusione del presente Scritto

e della relativa illustrazione all'infuori di questo Sito
senza il consenso scritto dell'Autore.
Per informazioni scrivere a:
robertorampini57@gmail.com